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Il licenziamento per g.m.o. e l'onere di ricollocazione del datore di lavoro - Avv. Arturo Strullato

  • 29/11/2019

In materia di licenziamento per giustificato motivo oggettivo (g.m.o.) la giurisprudenza ha da tempo individuato alcuni obblighi in capo al datore di lavoro ed a tutela del lavoratore.

Uno tra questi è il c.d. "repechage", tradotto in ripescaggio, o meglio, ricollocazione. Con questo termine si fa rifemento alla regola che obbliga il datore di lavoro a provare l'impossibilità di ricollocare il lavoratore licenziato per g.m.o. in mansioni diverse da quelle soppresse (e quindi ripescarlo).

Il datore di lavoro deve provare pertanto non solo che al momento del licenziamento non esisteva  in azienda alcuna posizione di lavoro analoga a quella soppressa, alla quale poteva essere assegnato il lavoratore licenziato, ma anche di avere proposto allo stesso la possibilità di un suo impiego in mansioni inferiori rientranti nel suo bagaglio professionale, e che il lavoratore le abbia rifiutate.

Con la sentenza n.29100 del 11.11.2019 (a questo link) la Corte di Cassazione, infatti, ha ritenuto illegittimo il licenziamento di un dipendente poiché l'azienda si era limitata a provare in giudizio l'inesistenza di posti di lavoro per lo svolgimento di mansioni equivalenti a quelle in precedenza svolte dal lavoratore.

La natura giurisprudenziale e non legislativa del "repechage", fa si che esso sia oggetto di un acceso dibattito circa i suoi contorni e fondamenti, anche se le recenti pronunce confermano quest'ultimo orientamento.

La regola, che va consolidandosi, rispetto a tale onere che grava sul datore di lavoro, è che lo stesso dimostri non solo l'impossibilità di utilizzare il lavoratore licenziato nelle proprie mansioni, ma dimostri anche l'impossibilità di riutilizzarlo in mansioni inferiori.

La violazione dell'obbligo di "repechage", nelle aziende che occupa oltre 15 dipendenti e per i lavoratori assunti prima del c.d. Jobs Act, comporta la reintegrazione nel posto di lavoro.

Nella materia dei licenziamenti per riorganizzazione aziendale e ristrutturazione l'onere di ricollocazione del dipendente pertanto riveste un ruolo centrale e l'accertamento del suo (in)adempimento costituisce oggi un passaggio fondamentale nei relativi giudizi di impugnazione.